Il giorno in cui il mio amore stava morendo
È indelebile dentro di me quella sensazione. Piansi, molto. Sua sorella mi avesse chiamato per dirmi che lui stava morendo, ma che il peggio era passato. Chiusi la chiamata e scoppiai a piangere, disperata. Il dolore, la paura, la disperazione…tutto quello che aveva provato lui quella notte lo sentii anche io in un lasso di tempo molto più ristretto. Che incubo.
Poi sono andata da lui, era solo, mi hai detto di andare via. Sono rimasta, accanto a lui, con la mia testa sul cuscino accanto alla sua mentre lo accarezzavo.
Questo era lui per me, la persona più importante. Quando l’ho visto mi veniva da piangere, ma sorridevo. L’ho aiutato ad alzarsi per andare in bagno. Mentre era in bagno ho sistemato le lenzuola del letto, istintivamente. L’ho fatto.
Quando è tornato, indovinate un po’? Mi ha detto “ma non hai sistemato le lenzuola?”. Come al solito stava facendo i suoi test mentali, la sua check list, verificava se ero abbastanza accudente. Stava decisamente meglio.
Io istintivamente mi sono alzata e ho fatto per sistemarlo. Perché non ho detto che l’avevo fatto? Beh, perché non volevo fare brutta figura, se non si era accorto che lo avevo fatto, probabilmente non era fatto bene. Vi rendete conto della gravità dei meccanismi che possono scattare nella testa di una persona? Di quanto il patriarcato sia insito nel nostro DNA? Ho i brividi solo a ripensarci.
Del passare le verifiche
In verità poi, non volendo, il test lo passai. Durante lo splendido week-end “io, mammeta e tu” la mattina rifeci il mio letto, cioè il suo, quello in cui dormii da sola. Mi ricordo che quando se ne accorse mi venne poi a dire “ah hai rifatto il letto” con aria compiaciuta e con il fare di chi, con la matita, mette una bella spunta sul suo fottuto taccuino. Eh già. Qualche giorno dopo ci sentimmo e tra le altre cose mi disse “come hai rifatto bene il letto”. L’avrà controllato??? Comunque la verifica letto era passata.
Mi accorgevo perfettamente di quando passavo le verifiche, che fosse un letto o un modo di rispondere, o il classico “mi alzo da tavola per aiutare a sparecchiare”. Ogni mia mossa era sotto verifica. Me ne accorgevo da come mi guardava, da come scrutava le mie mosse e le mie reazioni, dalle domande che faceva. Ed io lo sapevo. E rimanevo lì. Pensando che se mi stava verificando era perché gli interessavo, era perché voleva suggellare il suo sentimento irrazionale con la sua razionalità, come dire, far fare scopa ai suoi due emisferi cerebrali. Ed io volevo far fare scopa ai miei “devo piacergli come sono” e “voglio superare con un risultato positivo tutte le verifiche”.
Fuggite!
Beh potrebbe anche essere vero che doveva razionalizzare il suo amore folle e irrazionale per me, ma…ma è un comportamento psicopatico. Non è sano. Non è buono. Diffidate dai “verificatori”, salvatevi! Non c’è nulla da verificare quando si ama una persona! Non lasciateglielo fare, non è giusto, non è dignitoso e soprattutto NON è AMORE.
Le verifiche intaccano la nostra autostima, il nostro amor proprio, ci rendono deboli, insicure e potenziali vittime a oltranza di narcisisti patologici.
La prossima volta che vorrò fare una verifica mi iscriverò a un concorso o farò un esame, risponderò magari a un test tipo quelli di Cioè o a quei giochi che si trovano sui social tipo “Dimmi come rifai il letto e ti dirò che personalità hai” almeno sarà divertente! Fatelo anche voi!
Ah! Ultima cosa! Il letto lasciatelo disfatto fa bene alla salute! Bevete un caffè e uscite…con il sole sempre in faccia e il sorriso che lo riflette!
Non citerò la famosissima canzone che dice “non rifacciamo un letto ormai disfatto” ma, cercando un foto per questo articolo ho trovato robetta interessante lei e sono ancora senza parole e lui e sono ancora di più senza parole! Non vi consiglio di cliccare, ma se proprio dovete andate prima su lui che mi dispiace perché ha solo sei visualizzazioni!