L’uomo che scriveva caxxate dal cuore.

Era un giorno particolare o un giorno come un altro. Un giorno che sembrava normale invece era l’ultimo in cui avremmo parlato serenamente.

E anche in quell’occassione scrisse un vagonata di caxxate che forse nella sua mente saranno state pure reali, ma nella mia e con il senno di poi di realtà ce ne vedo ben poca.

Gli dissi qualcosa di bello, un augurio di trovare la felicità. Sofferente perché nel cuore pensavo dovesse trovarla con me la felicità, ma sincera. Un augurio di felicità.

Questa la sua risposta

“Grazie, speriamo che accada presto, ho sempre meno benzina nel serbatoio….ormai vago da tempo immemore nel deserto, distributori non ne vedo manco in miraggio. Se continua così mi toccherà fermare l’auto, rischiando di diventare preda di avvoltoi e bestie feroci, per non parlare del rischio di insolazione.” 

Ve l’ho citata integralmente per darvi un’idea del suo ricercato stile letterario e delle sue pindariche e stucchevoli metafore.

Perché una caxxata?

Carino vero? Che tenero sì! E tu leggi queste cose e pensi che forse stai sbagliando tutto, che lui sta soffrendo senza di te che forse hai sbagliato, dopo anni di sofferenze, ad allontanarti. Decine di questi “ganci” prima di sbrogliarmi dal gineprario.

Perché una caxxata? Cinque giorni dopo, forse anche meno, lo chiamo, e indovinate?

È proprio in quel frangente che mi ha detto “è come te, ha la tua stessa età è laureata come te, è simpatica come te, è una brava ragazza come te, è dolce come te…solo che lei ha una casa in centro, una al mare, una macchina e un bel lavoro nelle istituzioni pubbliche. Ci siamo trovati subito, anche lei è sola da anni come me. Non so se questa estate riusciamo ad andare in vacanza perché lei non ha ferie, comunque poi quando ci vediamo ti racconto”

Eh già a cinque giorni da quel disastroso messaggio di soffferenza atroce…era fidanzatissimo già pronto per un matrimonio! Ma d’altronde quando la check list è completa, cosa altro si può fare!

Quando ci vediamo ti racconto. Non so si mi ha ferito di più il “come te” il “ci siamo capiti subito” o appunto il “quando ci vediamo ti racconto”

È stato bruttissimo, in città c’erano circa 30 gradi ed io mi sono gelata, avevo le mani congelate, nel mio corpo non scorreva più sangue.

Nella telefonata mi ha detto che finalmente stava bene, che ora dopo anni era finalmente felice, non era più vuoto. Gli ho detto che potevo essere felice per lui purchè non idendificasse in una persona il suo stare meglio. Sono anni che lo diciamo bisogna prima star bene con se stessi per stare bene con gli altri.

Cinque giorni sono meglio di otto anni!

Otto anni di psicoterapia gratuita ecco cosa gli ho fatto. Psicoterapia gratuita, amore gratuito, energia vitale gratuita. Non sono bastati. Ma cinque giorni di questa super donna sono stati risolutivi per la sua vita!

La verità.

Verrebbe da dire “la verità è che non gli piaci abbastanza”. Questa è l’unica verità.

È vero, non gli piaci abbastanza, tutto qui, ma nonostante sappiamo questa cosa continuiamo a sbatterci il muso, speriamo, crediamo, cerchiamo segni e segnali per non staccarci per rimenere impantanate. Ma la verità è sempre quella, non gli piaci abbastanza.

È proprio come nel film, mi sembra di vedere quella bimba maltrattata che piange e la mamma che le dice, “tesoro, quel bambino ha fatto e detto quelle cose perchè gli piaci”

Mamme, cambiamo registro!

“Tesoro di mamma, il bimbo ti ha menato, ti ha insultato? Ecco, la verità è che è uno stronzo! Non giocarci più, ti farà ancora male.”

…che poi a cinque anni o giù di lì ci può anche stare che la creatura non sappia esprimere i propri sentimenti, a cinquanta no!

Foto di Лариса Мозговая